Teano-Sparanise. L'avvocato Salvatore Piccolo presenta Enrico Mattei agli studenti del Foscolo, dal Comitato di Liberazione all'ENI

(di Paolo Mesolella) SPARANISE / TEANO Martedì 18 ottobre prossimo, l’avvocato Salvatore Piccolo presenterà il suo ultimo libro “Sette, la Storia di Enrico Mattei”,
agli studenti del Foscolo di Teano e di Sparanise. Un libro molto interessante e ben scritto. Dopo “Il caso Moro, il dovere di raccontare”, dopo Le trattative segrete e pubbliche per salvare Aldo Moro, dopo La nascita, la vita e la morte della D.C. e dopo le monografie sui protagonisti del movimento cattolico: Sturzo, De Gasperi e Dossetti, è arrivato Enrico Mattei. “I nomi e i fatti, avverte l’autore, sono basati su accadimenti reali. I dialoghi sono creati sulla base di documenti, interviste e testi”. Anche se in diversi passaggi, necessari per esigenze narrative, l’autore ha attinto all’invenzione, senza riscontri documentali. La vita del fondatore dell’ENI è straordinaria. Enrico frequenta gli ultimi due anni delle scuole elementari a Casalbordino con il maestro molto rigido. Non riesce a legare con lui, ma si crea tra i due un clima di forte tensione, che è una delle cause della cattiva riuscita negli studi. I genitori lo mandano in collegio a Vasto. Ma ben presto abbandona gli studi, senza conseguire la licenza di avviamento. Il padre lo manda a lavorare e diventa garzone di bottega, fattorino per le consegne e cameriere in una piccola pensione. Poi, a 15 anni, entra in fabbrica, come addetto alla verniciatura dei letti: un lavoro che lo impegna per 10 ore al giorno per 6 giorni alla settimana in cambio di 5 lire al giorno. Ma lui vorrebbe fare l’attore e scappa in treno con il suo compagno di lavoro per Roma. Qui restano digiuni alla stazione Termini finché non decidono di prendere il treno senza biglietto per Milano e vengono rinchiusi in camera di sicurezza. Dovette intervenire il papà di Enrico, maresciallo dei carabinieri in pensione, per ritirare i due fuggitivi.
Di nuovo in paese Enrico fu assunto come garzone in una conceria. Da qui, cambiò la sua vita, incominciò ad impegnarsi, a studiare, e diventò Direttore Tecnico della fabbrica. Poi a Milano viene assunto dalla Max Meyer come venditore di vernici e riesce a ottenere la rappresentanza italiana della Löwenthal. A questo punto si rende conto di aver sbagliato a trascurare gli studi e cerca di rimediare. Dapprima si iscrive ad una scuola serale dove completa la licenza media e poi consegue il diploma di ragioneria, studiando di sera. Poi si iscrive alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica, dove frequenta le lezioni di Economia Politica tenute da Francesco Vito, il professore di Pignataro Maggiore. Ma non supera l’esame e lascia l’Università. Nel 1931 inaugura una fabbrica con soli due operai. Poi fonda l’ Industria Chimica Lombarda grassi e saponi, aprendo uno stabilimento a Milano. Intanto sposa a Vienna una ballerina e la porta con lui a Milano. Ma l’unico figlio che ha, muore dopo pochi giorni dalla nascita. A questo punto della sua vita affida la fabbrica al fratello e vive in clandestinità, diventa il rappresentante della Democrazia Cristiana nel CVL e il capo militare di tutti i partigiani cattolici: ben 180 brigate, 80 mila uomini. Il 26 ottobre del 1944 Enrico Mattei partecipa ad una riunione clandestina della Democrazia Cristiana in un appartamento milanese, ma vengono tutti arrestati dai fascisti. Lui riesce a fuggire, grazie ai favori del Vaticano. Mattei diventa referente principale dei politici democristiani non solo nel CVL, ma anche nel CLNAI, il Comitato di Liberazione per l’Alta Italia. Alla fine della guerra è decorato con la medaglia “Bronze star”, un’onorificenza che è conferita per “atti di eroismo, di merito o di servizio in zona di combattimento” e riesce a far rinascere l’AGIP in liquidazione. Appena arriva all’AGIP scopre che i primi pozzi petroliferi furono realizzati nel 1860 nelle campagne di Parma e nella Pianura Padana. Il governo italiano aveva istanziato nel 1911 capitoli di spesa per sovvenzioni e forniture di macchinari a favore dei trivellatori, ma Mussolini, aveva affidato le ricerche a una compagnia petrolifera americana (Sinclair) per 50 anni, Poi però nacque una compagnia di Stato, l’AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli),che presto va in perdita, sarà il Mattei, grazie alla collaborazione con Zamatti e alla scoperta del metano a Caviaga, a fa rinascere la società. De Gasperi gli dà una mano per continuare. Con i cattolici, e non solo con loro, Mattei entra in parlamento nel giugno del 1948 con 13483 preferenze ed ottiene la presidenza della SNAM, la Società Nazionale Metanodotti. Scopre così Cortemaggiore: “Il giacimento, spiega, è lungo 12 chilometri, largo 3 e si trova a circa 1500 metri di profondità. La zona è anche ricchissima di gas metano. Soltanto dal pozzo numero uno, si possono ricavare più di 200 mila metri cubi di metano al giorno”. Sarà il cane a sei zampe a rappresentare il marchio Supercortemaggiore. E sotto al cane, pone la scritta “la potente benzina italiana”: Il “cane” diventa anche il logo dell’ENI, l’Ente Nazionale Idrocarburi. Ben presto Mattei, con il diploma conseguito al serale, nell’aula magna del Politecnico di Torino, il 5 novembre del 1953 riceve la laurea Honoris Causa in ingegneria. Connsiderato che in Italia il petrolio era difficile da trovare, Mattei promuove l’ingresso dell’ENI nei mercati internazionali. Il primo intervento avviene in Somalia. La vecchia colonia italiana è amministrata con mandato dell’ONU dall’Italia per dieci anni dal 1945 al 1955. Poi arrivano l’Egitto (l’oleodotto viene inaugurato il 2 agosto 1956), l’Iran, la Persia, l’Algeria, il Marocco, la Russia. L’accordo con L’Iran è firmato da Mattei a Teheran il 14 marzo del 1957. Nel dicembre dello stesso anno, Mattei incontra a Mosca diverse personalità del governo per un altro importante accordo: 10 mila tonnellate di gomma contro un milione di tonnellate di petrolio per l’anno successivo. Dall’America, l’ENI viene accusata di acquistare petrolio della Russia. Mattei appare un ostacolo al compimento degli interessi americani in Italia. Il commercio con l'URSS, secondo le accuse, permetterebbe al campo socialista di importare la tecnologia avanzata dei Paesi occidentali La verità, rispondeva Mattei, è un’altra: l'ENI paga il petrolio russo un dollaro al barile mentre le sette sorelle lo vendono a un dollaro e 59 centesimi al barile. Rimane l’affronto all’America e lo stesso Aldo Moro gli chiede di rinunciare alla Presidenza ENI. Ha 43 anni quando termina il suo rapporto con l’ENI e si accorda con un'altra società, l’ALIS, Poi minacce e accuse fino alla tragedia del 27 ottobre 1962, quando alle ore 18.44 il suo India AlfaPpapa scompare dai radar della torre di controllo.

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