24 agosto. Dies Natalis di Santa Giovanna Antida, co- protettrice di Napoli. La suora che dava tozzi di pane agli affamati.

(Caserta24ore news) NAPOLI Quando Gioacchino Murat arrivò sul trono di Napoli, trovò una città devastata dalla povertà.
Aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse ad affrontare il dramma dell’indigenza, ma non poteva contare sulle suore napoletane, che erano tutte monache di clausura. Lui aveva bisogno di suore che gli dessero una mano concreta. Allora chiese alle Suore della carità di offrire la loro opera nel Regno di Napoli al fianco dei miserabili. Fu la mamma di Napoleone Buonaparte, Maria Letizia, a scrivere personalmente alla suora Antida per perorare la causa del genero Gioacchino. La suora accettò, partì da Besancon a dorso di mulo e dopo 27 giorni di viaggio,
venne accolta con tutti gli onori presso l’attuale Monastero di Regina Coeli, a Via Anticaglia. Il monastero è annesso all’Ospedale degli incurabili, il più grande e bello di Napoli. Così arrivarono a Napoli le suore francesi, quelle col cappellone con le punte. Suore che fondarono un loro monastero anche a Teano. Giovanna quindi inaugurò a Napoli, e non solo, una vita religiosa di carità attiva, a servizio degli ultimi. Le grate della clausura del convento si aprirono agli ammalati del vicino ospedale, e in una farmacia Santa Giovanna portò sei mortai per fare medicine da distribuire ai poveri.
La missione delle Suore della carità era quella di assistere malati, infermi, poveri e istruire le fanciulle bisognose. Ma i poveri di Napoli erano davvero tantissimi e le povere suore erano poche. Ogni giorno, all’esterno del monastero centinaia di poveri chiedevano un tozzo di pane. Ben presto le riserve delle suore si esaurirono e suor Giovanna fu costretta a scrivere al Ministro degli Interni dell’epoca, il Ministro Zurlo, una lettera in cui denuncia la presenza di “una moltitudine di pover di ogni età e condizione”. La suora gli scrive: ”Non ci rimane più nulla se non gli occhi per piangere insieme a loro”. Anche per questo i napoletani hanno voluto anche lei come protettrice. (Amedeo Colella, Napoli 365)

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