Un libro per ricordare San Bonaventura, per sette anni sulla cattedra universitaria di Parigi

Itinerario della mente in Dio (Paolo Mesolella) Il 15 luglio, si ricorda San Bonaventura, nato a Bagnoregio nel 1218. Un vescovo e dottore della chiesa di primordine.
Ne ricordiamo volentieri il bel libro “Itinerario della e “santo che è considerato il successore spirituale di San Francesco e secondo fondatore dell’ordine dei frati minori francescani. Tenne per sette anni la cattedra di Teologia all’ universitaria di Parigi e per 17 anni fu Generale dell’ordine francescano dei frati minori. Fu anche cardinale ed ebbe dal papa Gregorio X l’incarico di preparare il secondo concilio di Lione, al quale era stato invitato anche Tommaso d’Aquino ma non potè partecipare perché morto prima dell’apertura del Concilio. Bonaventura fu anche il più attento biografo di San Francesco, cercando di superare le contraddizioni insite nella prima e seconda e nel Tractarus de miraculis di Tommaso da Celano ed altri grandi monaci francescani che nei avevano scritte le testimonianze. Ma è certamente “L’itinerario della mente in Dio” il suo testo più importante e da leggere, un discorso sul metodo del pensiero francescano. Così, alla fine dell’estate del 1259, venne in Italia e il 4 ottobre salì sul monte della Verna, dove Francesco aveva ricevuto le stimmate e in quel luogo si ritirò in solitudine e scisse l’Itinerarium mentis in Deum, il suo capolavoro. La struttura formale è ispirata alle sei ali del Serafino crocifisso, ali che sono il simbolo dell’estasi di Francesco, e che d qui, costituiscono anche la via che conduce ad essa. Le sei ali sono i gradi attraverso cui si realizza quella ascesa ideale che si risolve nella vera pace. Nell’abbinamento delle ali (inferiori, laterali e superiori) Bonaventura vede le tre sfere oggetto dell’itinerario: fuori (inferiore), dentro (laterali), e sopra (superiori) dal vestigium di Dio nel mondo sensibile, esteriore a noi, all’imago di Dio in noi fino al primum principium sopra a noi. Ciascub grado si duplica a seconda che il Primo Principio è considerato “Per speculum” o “in speculo”, “per creatura” o “in creaturis”; il secondo momento “in nobis” dà luogo ai gradi terzo dell’anima e quarto “in imagine” ossia nei doni soprannaturali gratuitamente offerti all’anima; e il terzo momento “sopra nos” dà luogo ai gradi di speculazione quinto; “per nomen primarium Dei” che è l’essere e sesto “in nominae Beatissimae Trinitatis, che il bene. I sei capitoli, nei quali Bonaventura esamina i singoli gradi, sono aperti dal Prologo, che è una preghiera elevata a dio, attraverso la sua madre e i padre Francesco, perché “abbia a guidare i suoi passi sulla via della pace”.

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