(don Michele Petruzzelli) CAVA DE' TIRRENI: Ieri 11 luglio alle ore 20:30, presso il Chiostro abbaziale, è stata inscenata la Rievocazione storica “La Pergamena del 1025”, con testo e regia di Geltrude Barba. Organizzata dall’Associazione Storico Culturale “Archibugieri SS. Sacramento” presieduta da Paolo Apicella, con la partecipazione dell’Associazione Fuori Tempo “Teatro Luca Barba” e il patrocinio del Comune di Cava de’ Tirreni, la rappresentazione si avvale della consulenza storica della Prof.ssa Barbara Visentin e del Prof.re Claudio Azzara, oltre che della collaborazione del Centro Studi per la Storia di Cava de’ Tirreni. La rievocazione rimanda alla concessione, da parte dei principi longobardi di Salerno, della Carta di fondazione dell’Abbazia di Cava nel 1025. Rientra pertanto in nella programmazione annuale di eventi “Mille e ancora Mille. La Carta di fondazione 1025/2025” che l’Abbazia di Cava ha definito per celebrare i mille anni dalla “istituzionalizzazione” della nascita del monastero cavense. Le celebrazioni sono partite il 29 marzo con l’inaugurazione di una mostra documentaria, tuttora allestita presso la Biblioteca abbaziale, nella quale sono esposte la carta del 1025 e altri documenti che segnano passaggi cruciali della storia del cenobio, tutte pergamene restarurate per l’occasione. Protagonista della rievocazione storica è Alferio, ex ambasciatore presso la corte dell’imperatore Enrico II, divenuto monaco, che dopo una miracolosa guarigione pronuncia un voto di consacrazione. Ritiratosi nella grotta Arsicia, inizia la costruzione di un monastero, attirando a sé uomini in cerca di pace e fede. Intanto, alla corte salernitana, Gaitelgrima, moglie del principe e sorella di un’anima dannata, è turbata da una visione notturna: il fratello le appare in sogno chiedendo redenzione. L’intercessore è Alferio stesso, che nella visione le rivolge una sola parola: “Dona.” Da quel momento, la principessa è determinata a offrire terre e beni al neonato monastero in costruzione per la salvezza dell’anima del fratello e della sua stirpe. In una tensione emotiva crescente, si scontrano la fede di Gaitelgrima e la razionalità del marito Guaimario III, principe di Salerno, e del loro figlio Guaimario IV, inizialmente dubbiosi sul gesto. Il dialogo tra padre e figlio si fa profondo e trasformativo, portando entrambi a comprendere che esistono poteri più alti della politica: la misericordia, la memoria e la speranza. Il momento culminante è la stesura solenne della pergamena del 1025, atto ufficiale di donazione redatto dal chierico Aceprando, che sancisce la nascita giuridica della Badia di Cava. La rievocazione storica si chiude con l’incontro tra Alferio e i principi: un momento di intensa spiritualità e solennità, in cui la parola scritta diventa pietra viva, fondamento di un’opera che attraverserà i secoli. “La Pergamena del 1025” è un’opera che unisce la storia e la fede, dove il passato non è solo memoria ma chiamata, e il dono terreno si fa luce eterna. (da Dom Michele Petruzzelli Abate Ordinario dell’Abbazia Benedettina della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni).
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