Teano/ Vairano. Mercoledì 7 maggio, alle ore 17, nella sala ristorante dell’Alberghiero Report attività 2024 del Centro Antiviolenza “Laurenza” di Vairano Patenora

(Paolo Mesolella) TEANO/ VAIRANO Cento femminicidi: in Italia cento vittime in meno di undici mesi. I femminicidi in Italia, nel 2024, hanno raggiunto quota 100:
Roua, 31 anni, accoltellata dall’ex marito nella casa torinese dove viveva con i figli. Mia, tre anni, trascinata nel Piave dalla madre e affogata. Maria, che di anni ne aveva 90 e abitava vicino a Palermo, massacrata a martellate dal figlio. Poi Delia, Ester, Ewa. Auriane, Palma, Caterina. E così via, fino ad arrivare a cento. Cento nomi, cento volti, cento funerali. Mercoledì 7 maggio prossimo, alle ore 17 nella Sala Ristorante dell’Alberghiero, in Viale Ferrovia a Teano, si terrà la presentazione del Report attività 2024 del Centro Antiviolenza “Laurenza” di Vairano Patenora, in collaborazione con l’Ambito C03 e l’associazione “Il tronco di Jesse” . Alla manifestazione interverranno: la dott.ssa Concetta Riccio, Assistente Sociale e specialista del CAV Laurenza, la dott.ssa Rosaria De Angelis, Coordinatrice del CAV Laurenza, la dott.ssa Erminia Cecere, coordinatrice dell’Ambito territoriale C03. All’evento parteciperanno anche sindaci, assessori alle politiche sociali, Assistenti sociali e parroci dei Comuni dell’Ambito 09, il Vescovo e l’associazione “Il tronco di Jesse”. Le ragazze e i ragazzi dell’Alberghiero poi cureranno l’accoglienza, il servizio sala e il Buffet. Sarà una buona occasione per ricordare le vittime di violenza. Basta pensare alle cento vittime. Un numero inquietante, che viene fuori sommando le donne vittime di femminicidio contate dal primo gennaio al 22 novembre 2024. Durante il 2023 invece le donne uccise sono state 112. Nel 2022 al 22 novembre le donne uccise sono state 114, nel 2021 sono state 115. Nel 2020 le vittime sono state 100 come nel 2024. Praticamente 450 vittime in cinque anni. Delle donne uccise la metà aveva più di 65 anni. Uccise dal marito, dal compagno, dal figlio, dal genero, dalla criminalità. Le donne uccise, in vari casi erano malate, allettate, sofferenti, con mariti stremati o senza aiuti. Gli autori di violenza infatti non sempre sono i partner o gli ex partner, a volte sono gli stessi familiari, altre volte indossavano una divisa: un uomo della polizia municipale (vittima la collega Sofia Stefani), un finanziere (vittima l’ex fidanzata e la madre, Renée Amato e Nicoletta Zomparelli), un ex poliziotto (il marito di Nadia Gentili), un agente penitenziario (vittima l’ex moglie Celeste Palmieri), due militari della marina (il marito di Cristina Marini e il figlio di Silvana La Rocca), due vigilanti (il marito di Ewa Kaminsha e il vicino di casa di Waltraud Jud). In tanti casi purtroppo i divieti di avvicinamento e i braccialetti elettronici sono risultati inutili. Gli strumenti di prevenzione e protezione purtroppo non sono stati sufficienti per esempio per salvare Camelia Ion di Civitavecchia, Celeste Palmieri di San Severo e Roua Nabi di Torino.

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