Calvi Risorta/ Teano. Il Preside Andrea Izzo presenta la “Vita ecclesiale nelle Diocesi di Teano Calvi dal 1840 al 2024" al Museo virtuale Cales
(di Paolo Mesolella) CALVI RISORTA - TEANO. Un libro che ci mancava e che abbiamo letto con piacere e scoperto con molta attenzione. Parlare della vita ecclesiale nelle Diocesi di Teano e Calvi dal 1840 al 2024, non era facile: si correva il rischio di non trovare sufficienti documenti o di soffermarsi su ecclesiastici poco importanti per essere ricordati. Ma il Preside Andrea Izzo ci è riuscito pubblicando un libro molto interessante, da conservare in biblioteca e far leggere agli studenti. Perché, non solo ci fa conoscere vescovi ed ecclesiastici che conoscevamo solo in parte, ma perché ci ricorda notizie sulla scuola, sulla diocesi e sulla società di questi ultimi anni che è molto cambiata. Vescovi come Nicola Sterlini, Alfonso Maria Giordano, Giacinto Tamburrini ed il Cardinale D’Avanzo non possono essere dimenticati. Come è giusto conoscere la vita e le opere degli altri vescovi diocesani: Albino Pella, Calogero Licata, Giuseppe Marcozzi, Giacinto Tamburrini, Bonaventura Medori, Giacomo Palombella, Matteo Guido Sperandeo, Felice Cece, Francesco Tommasiello e Arturo Aiello. Il libro inizia con la storia delle due Diocesi: la Diocesi di Teano nacque nel IV secolo (333 ca), quella di Calvi, invece, intorno al 40 vent’anni prima del martirio del Vescovo San Casto avvenuto a Sinuessa nel 66 d. C. Il suo corpo fu deposto nella basilica paleocristiana di san Casto vecchio oggi abbandonata nell’immondizia, sotto il ponte dell’Autostrada. Poi a Calvi seguirono altri 83 vescovi. Dopo la morte di san Paride a Teano, avvenuta il 5 agosto 346, invece, si succedettero 79 vescovi finché il 28 giugno1818 le due Diocesi di Calvi e Teano non furono unite nell’unica Diocesi. A quel tempo la sede vescovile di Teano era vacante pertanto fu il vescovo di Calvi, mons. Andrea De Lucia a prendere possesso anche della sede sidicina il 34 settembre 1818. Il vescovo De Lucia così, dopo aver governato la Diocesi di Calvi per 26 anni, governò la Diocesi di Calvi e Teano per altri 11 anni, dal 1819 al 1829). Un intero capitolo è dedicato ai 20 anni di apostolato del Vescovo Nicola Sterlini di Agrigento (1840-1860). Al cardinale Bartolomeo D’Avanzo di Avella (1860 -1884), invece, sono stati dedicati due capitoli. Diventò sacerdote a 23 anni, dopodichè ebbe la cattedra di Teologia Dogmatica e lingua ebraica nel seminario di Nola fino al 1837. Nel 1851, a soli quarant’anni, fu nominato vescovo della diocesi di Castellaneta in Puglia dove rimase 9 anni. Poi il 13 luglio1860 venne nominato vescovo anche delle Diocesi di Calvi e Teano. Ma mentre si recava nelle nuove diocesi fu colpito da quattro palle di archibugio e solo per miracolo riuscì a salvarsi. L’episodio costrinse il presule a restare lontano dalle due diocesi per sei anni. Il 20 giugno 1870, durante il Concilio Vaticano I, difese il dogma dell’infallibilità del papa e il papa Pio IX il 4 aprile 1876 lo nominò Cardinale. Si interessò delle scuole dei seminari che furono chiusi il 18 ottobre 1864. E difese con numerose lettere il patrimonio temporale del papa. Il Vescovo Alfonso Maria Giordano, invece, era un Redentorista nato a Montefredane in Irpinia il 3 marzo 1835. Nel 1880 aprì il convento redentorista di Santa Reparata a Teano. Fu un uomo umile, mansueto e paziente. Nel 1884 successe al cardinale D’Avanzo del quale era stato per tre anni coadiutore. Si impegnò a diffondere la pratica del Rosario e manifestò uno spirito di carità fuori dal comune. Amò i poveri, i derelitti , i bambini. Morì nel convento dei Redentoristi a Napoli, il 10 febbraio 1908. Poi il 6 marzo 1941 ci fu la nomina del vescovo Giacinto Tamburrini che in piena guerra fu deportato dai tedeschi al convento dei Lattani. Qui il 6 ottobre vide impotente i tre bombardamenti che distrussero la cattedrale, l’episcopio e il seminario di Teano. Al ritorno a Teano, durante il suo terzo Natale in vescovato, ai fedeli che gli chiedevano: “Dov’eri quando il cuore di Teano, la cattedrale, era bombardato? Perché non hai custodito la tua casa? E le vittime?. Lui, appoggiandosi ad una transenna, pianse. La mano di una monaca del convento di Santa Caterina lo tirò per il mantello: ”Monsignore, venga in convento, se resta ancora qui le verrà un accidenti la notte di Natale”. Tornò in convento, ma mons. Tamburrini, pochi giorni dopo, il 17 gennaio 1944, rivide l’episcopio riattato alla meglio e vi trascorse solo un giorno perché la sera stessa morì, sopraffatto dal peso del dolore di quei brutti giorni.
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