EDITORIALE Quel Gesù di Dalì :bello, perfetto, leggero, non sofferente e senza la corona di spine.

(Mirella Capretti) Per la Santa Pasqua ormai vicina, ritorno sui miei passi e riprendo la foto di un mio vecchio biglietto d'auguri..
L' avevo titolato "Dal punto di vista di Dio". Salvador Dalì, pittore surrealista dalla personalità stravagante, si era ispirato al disegno del mistico Juan de Yepes Alvarez, detto San Giovanni della Croce. Ora mi verrebbe da chiedere a "Colui che guarda da Lassù" un grande aiuto, perché mi sa che Quaggiù abbiamo capito niente e siamo persi e disorientati... Ecco la reliquia con l'unico disegno ad inchiostro su carta (1574/77, monastero di Avila), in cui il Santo carmelitano spagnolo ha trasmesso memoria di come gli fu mostrato Gesù Crocifisso durante un'estasi.
La prospettiva dall'alto così insolita impressionò Dalì che, dopo un percorso alla ricerca della fede, tradusse in un dipinto su una tela alta più di due metri (1951, The Glasgow Gallery) quella figura di Cristo di pura bellezza, perfetta, pulita, leggera, non sofferente, senza corona di spine, splendente nella luce proveniente da destra e racchiusa in un triangolo: il mistero della Morte e della Resurrezione che diventa un'immagine emblematica di Amore e di Trionfo sospesa in volo tra Terra e Cielo, gioioso annuncio di Speranza... Allora coraggio, facciamo festa: Buona Pasqua! Mirella Capretti

Commenti