Capua. Cinque minuti di applausi per "Rosaria" di Davide Iodice con Monica Palomby nel ruolo di Rosaria e Chiara Alborino che ha danzato per 7 minuti completamente nuda
(di Paolo Mesolella) CAPUA Lo spettacolo di domenica 13 aprile, nella Sala Teatro di Palazzo Fazio, è di quelli che non si dimenticano facilmente. E non solo per la storia di Rosaria, per l’idea scenografica, per la bravura del regista e delle interpreti, non si dimentica perché riporta alla luce scene di vite spezzate che non conosciamo o che preferiamo non conoscere. Ma la “Scuola Elementare del Teatro” di Napoli, grazie alla regia di Davide Iodice e alla bravura delle sue attrici Monica Palomby e Chiara Alborino, è riuscita finalmente a farcele conoscere ed amare. Uomini e donne che vivono per le strade di Napoli: senza casa, senza famiglia, senza nessuno, senza nulla, solo con la bottiglia di vino tra le mani, i rimpianti e la rabbia di chi è stato deluso negli affetti più cari, come Rosaria, la protagonista, che si trascina da sola, ansimante, di notte, tra i quartieri e le scalinate di una Napoli deserta: delusa dalla madre, dal fratello, dalla compagna, e urla a chi incontra, la sua rabbia, la sua delusione, la sua disperazione. “Rosaria, ha spiegato il regista Davide Iodice, è la prima storia di un’antologia scenica dal titolo “Esclusi”, che raccoglie le ricerche drammaturgiche di giovani autori ispirati dalla realtà e dalla vita di persone vissute ai margini della società. Rosaria, per esempio, è un’alcolista senza fissa dimora, che si trascina con il suo cartone tra i decumani napoletani ed è morta senza funerale. “La vita è insensibile, diceva, se fa freddo anche per chi non può ripararsi dalle intemperie”. Di donne come Rosaria a Napoli, di notte, purtroppo, se ne vedono tante: Rosaria viveva per strada, nella zona dei Tribunali ed è stata destinata ad una fossa comune. “Questo spettacolo, spiega il regista, per noi rappresenta quel saluto condiviso che Rosaria non ha mai avuto. E’ dedicato a lei perché è il frutto della nostra ricerca su ciò che le è sopravvissuto. La sua storia triste è stata ricostruita dai ricordi delle persone che l’hanno conosciuta. La storia di un’ex guida turistica abusiva che per un certo periodo di tempo ha accompagnato i turisti nella Napoli Sotterranea. Quando era giovane, dalla periferia era venuta a Napoli perché amava ballare. Poi però, a causa del suo orientamento sessuale che non veniva accettato dalla famiglia, aveva lasciato la sua casa per vivere a Napoli e continuare la sua relazione amorosa. Una relazione che però ben presto è terminata e che lei ha cercato di rivivere ubriacandosi o immaginando la sua compagna disegnata sul cartone che si portava dietro come giaciglio. Chiedeva denaro per ubriacarsi tra i Decumani, Port’ Alba e Piazza San Gaetano ma il vino l’ha portata alla morte a soli 46 anni. “Questa con Davide Iodice, ha spiegato, il Direttore artistico della rassegna, Antonio Iavazzo, è una serata speciale. Davide è un grosso nome del teatro italiano contemporaneo. Il suo “Pinocchio” sta girando per l’Italia. E’ un regista che non fa “stage” perché è impegnato con la sua “Scuola del teatro di Napoli” con numerosi attori, anche disabili ed emarginati”. Da parte sua, ha detto Il regista Iodice, “Vengo dai margini e descrivo le persone che vivono “ai margini”. Il mio teatro è un mezzo per dare visibilità a chi è stato lasciato solo nell’oscurità. Io esco fuori dal teatro e vado nel dormitorio pubblico, nelle carceri, negli ospedali giudiziari e psichiatrici in cerca di storie ed attori. Nella mia Scuola di teatro vi sono cento attori e lavoro con il dormitorio pubblico da 15 anni. Rosaria è morta da sola, senza nessuno, senza funerale e questo spettacolo teatrale per noi rappresenta il suo funerale pubblico. Verso la fine dello spettacolo, arriva inaspettato, il colpo di scena: entra sul palco la danzatrice nuda. Una straordinaria Chiara Alborino che, completamente nuda, danza sotto i riflettori per la libertà ritrovata. Come se l’anima di Rosaria fosse uscita dal suo corpo per entrare in quella di Chiara e manifestare la sua leggerezza, la sua innocenza, la sua purezza, prima di riaddormentarsi nel sonno eterno sotto il cartone di Rosaria. “E’ la prima volta che danzo completamente nuda, ha detto Chiara Alborino. All’inizio ero titubante a danzare nuda per sette minuti sotto i riflettori, ma poi è prevalso in me il desiderio di lasciarmi guardare, perché il teatro è anche questo: abbandonare i propri timori per rimanere liberi, sinceri e completamente nudi.
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