(Paolo Mesolella). Un libro scritto da chi sa fare il proprio mestiere. Da chi educa da tanti anni e conosce bene i problemi di chi opera tutti i giorni in contesti scolastici difficili. L'autore giornalista ed educatore nei convitti scolastici da tanti anni, ha pubblicato un libro diverso dai precedenti. Non un romanzo storico o un saggio di giornalismo d’inchiesta ma un vero e proprio manuale per educare nella scuola pubblica. Il Libro “L’educatore nei convitti scolastici”, edito sulla piattaforma Lulu, è da leggere perché ci racconta la figura dell’educatore che è importante nella scuola, ma poco conosciuta e scelta da chi si accinge ad educare. Il libro si sofferma sulla figura dell’educatore, sui convitti e sui convittori (anche quelli con Bisogni Educativi Speciali) attraverso un’analisi psicopedagogica originale che affronta con competenza temi interessanti come la comunicazione educativa, l’intelligenza emotiva e la necessità di educare al lavoro. Eppure gli organici degli educatori sono sottodimensionati, spesso si ricorre ai supplenti e non esce un concorso per educatori da 24 anni. Non mancano poi nel libro capitoli normativi che definiscono gli obblighi del personale educativo, le funzioni del Collegio degli educatori, la determinazione dell’organico e l’individuazione dell’educatore soprannumerario. Scrive Gianluca Parisi: “Il legislatore non mai stato chiaro in materia di convitti pubblici statali della scuola pubblica dalla lontana legge 244 del 2008 che metteva in liquidazione i convitti che avevano esaurito il proprio compito di agevolare gli studi per gli alunni che vivono in sedi disagiate e lontane dalle scuole. Oggi, però, con la diffusione delle scuole anche secondarie, ai convitti rimane il compito fondamentale di curare l’educazione degli alunni difficili, aiutando le famiglie ad educarli. Il breve manuale di Gianluca Parisi, reperibile sulla piattaforma Lulu, oltre a fornire le indicazioni per svolgere la professione e a raccogliere le leggi, si sofferma sulla quotidianità dell’educatore nel convitto, sulle strategie di apprendimento e di socialità che vale la pena leggere con attenzione e ricordare. Gli educatori, spiega, sono i nuovi precettori che affiancano gli allievi nei vari momenti della giornata promuovendo non solo la loro crescita scolastica ma anche quella umana e civile. Uscendo dal convitto i convittori appaiono più maturi rispetto agli studenti della loro età. Il lavoro degli educatori inizia quando finisce quello dei professori a scuola la mattina: li accompagnano a mensa, nei momenti liberi, li seguono durante lo studio con metodologie personalizzate per farli studiare in modo efficace e con entusiasmo. Ogni educare, infatti, sa che deve fare di tutto per avviare un dialogo schietto anche con gli allievi più restii. Tra i vari capitoli, che si leggono con interesse, non posso non ricordare quello relativo ai convittori con Bisogni Educativi Speciali e a quelli con Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Cause di carattere sociale, ambientale e carenze affettive nella prima età, ma anche Disrurbi Specifici dell’Apprendimento, Disturbi dell’attenzione e iperattivismo, determinano per diversi studenti difficoltà di apprendimento ma a volte vi sono anche difficoltà neurologiche. Particolarmente diffuso, spiega Parisi, è lo svantaggio ambientale dovuto a situazioni familiari atipiche come la presenza di un solo genitore, l’assenza di entrambi, la separazione dei genitori, i nonni che fungono da genitori, violenze in famiglia, la povertà, la provenienza da diversi contesti culturali ed altro ancora. Tutto questo fa nascere forme di apatia, indifferenza, problemi del linguaggio, carenza nel ragionamento logico, apprensione e scarsa motivazione aprendo la strada alla dispersione scolastica. Da qui la grande importanza dell’educatore e dei convitti. All’educatore e ai convitti resta il compito fondamentale di curare l’educazione degli alunni difficili, aiutando, se necessario, le stesse famiglie a motivarli.
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