Calvi Risorta. Siamo ritornati alla "Piccola Lourdes" di Visciano sei mesi dopo l’incendio del 10 agosto 2024.
(Paolo Mesolella) CALVI RISORTA. In occasione della memoria dell’Apparizione della Madonna di Lourdes. L’11 febbraio 1858 una bambina di 14 anni Bernardette Soubirous, che non sapeva ancora leggere e scrivere, si recò insieme alla sorella e ad una coetanea a raccogliere legna. Mentre a piedi nudi guadata un torrente, nei pressi di una grotta Bernardette vide “una signora” vestita di bianco con una fascia azzurra. Insieme recitarono una parte di Rosario. L’apparizione si ripetè il 18 febbraio. La Signora apparve ancora per altri giorni finché il 25 febbraio non fece scoprire a Bernardette la sorgente miracolosa di Lourdes. Per ricordare quei giorni di preghiera e per proteggere una statuetta della Madonna di Lourdes Padre Bartolomeo Avagliano, 33 anni fa, nella Primavera del 1991, costruì il santuario della Piccola Lourdes di Visciano, frazione di Calvi Risorta. Lungo i viali che portano sulla collina, Padre Bartolomeo fece costruite cinque cappelle, i Misteri del Rosario, la Via Crucis e l’Orto degli ulivi, mentre sulla cima della collina, ci mise il Calvario, con Gesù agonizzante e tre grandi Croci. Un santuario poco conosciuto ma straordinario perché è nato grazie alla costanza e ai sacrifici di un frate Passionista che, con l’aiuto del carpentiere Mario Chece e di altri volontari caleni ha innalzato il santuario. In pochi anni, un piccolo capitello, con sopra una statuetta in vetroresina della Madonna di Lourdes è diventato un grande santuario che nell’aspetto ricorda quelli del Tirolo, immerso nella folta vegetazione di lecci e di ulivi. Da quel febbraio del 1992 ad oggi, il piccolo santuario era cresciuto, era diventato grande. Oltre alle cappelle originarie dedicate alla Madonna di Lourdes, sono nate nel tempo, la cappella di Padre Pio, la cappella di San Paolo della Croce, la cappella del Getsemani, il Calvario ed il Tempio della Croce con grandi statue in legno, le stazioni della Via Crucis,. E tutto questo grazie all'estro del carpentiere Mario Chece e ai volontari Antonio Perrillo, Nicola Cipro, Vitaliano Canzano, Nicola Ventriglia, Angelo Ricciardi e Giuseppe Manzo, Italo Allocca. Poi improvvisamente il 10 agosto del 2024 un brutto incendio ha sfondato la cappella più bella e più alta (quella del Calvario) e ha bruciato il grande Crocifisso, la statua della Madonna e quella di San Paolo della Croce e di San Giuseppe. Dopo sei mesi dall’incendio, questa mattina siamo ritornati al santuario e abbiamo potuto constatare che da allora il tempo si è fermato: la Cappella del Calvario, nella parte alta del santuario manifesta ancora i segni della violenza con il Crocifisso, la Madonna, San Giuseppe e l’altare bruciati (e rotti) dall’incendio del 10 agosto scorso. Tutte le tegole rotte sono rimaste dov’erano e gli alberi nei dintorni sono bruciati. Eppure la nascita del santuario della Piccola Lourdes di Visciano è sicuramente straordinaria. Ci spiegò Padre Bartolomeo: “Un tempo il terreno era proprietà di Benito Capezzuto che lo coltivava di suo pugno, finché, nel febbraio 1992, in seguito ad un sogno, decise di metterci una panca con sopra la statuina della Madonna di Lourdes che conservava dentro casa. All'inizio ci andava a dire il rosario soltanto "zì Fiorentina", una vecchietta che abitava lì vicino. Poi si aggiunsero altre vecchiette. Ben presto iniziarono le critiche in paese e qualcuno tolse la statuina. Nel mese di luglio andai a vedere cosa succedeva in quel luogo chiamato da tutti "la grotta". Vi trovai due vecchiette che pregavano mentre Benito zappava il terreno arido. Allora pensai di non spegnere quella fiamma di fede e di far crescere quel piccolo nucleo di preghiera. Benito Capezzuto mise a disposizione il terreno e io misi in quel terreno un capitello con la statuina in vetroresina della Madonna. Poi Luigi Caruso offrì anche il suo terreno. E oggi quel capitello è diventato il santuario della Piccola Lourdes di Visciano la cui struttura, che ricorda le chiese del Tirolo, emerge imponente dalla vegetazione”. Nella cappella grande il pittore Francesco Ciccarelli, ha dipinto l'affresco dell'ultima Cena. Di lato alla cappella c'è il caratteristico campanile con il grande orologio che invitava i fedeli alla preghiera del rosario nell'ora dei vespri. Lungo il viale che porta sopra alla collina, sono stati sistemati la "Via Crucis", i "Misteri del Rosario" e l’"Orto degli Ulivi" dove tutti gli anni, a Pasqua, tanti figuranti rappresentavano la Passione di Cristo. Sopra la montagna c'é il Calvario dove si elevano tre grandi Croci. Nella seconda Cappella invece c'é Padre Pio ed un grande presepe dell' artista caleno Giovanni Di Maio. L'opera formata da 40 grandi pastori ha richiesto per la sua realizzazione 400 chili di sughero e più di 600 lampadine che illuminano ogni angolo del paesaggio palestinese fedelmente ricostruito”. Sono tante le opere fatte realizzare da Padre Bartolomeo, quando era parroco di Visciano. Per questo, quando il 15 novembre 2014 morì, rimase nei caleni un senso di vuoto, di mancanza. Ancora oggi Padre Bartolomeo è rimasto impresso nella loro mente per la sua dolcezza, la sua serenità, la sua grande pazienza. Nonostante i dolori degli ultimi anni, infatti, nonostante le sue difficoltà di leggere, di scrivere, muoversi e perfino di sentire, aveva sempre una parola buona per tutti: per i confratelli, per i malati, per i parrocchiani e per i giovani che erano affascinati da questo padre passionista che era un padre schivo, che non amava essere ringraziato. Nel convento dei padri Passionisti di Calvi Risorta per quarant’anni aveva dedicato la sua vita ai giovani, agli anziani, agli ammalati. Fino alla fine dei suoi giorni, avvenuta il 15 novembre di dieci anni fa.
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