Visitiamo le chiese di Roma: la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, la chiesa di Sant’Elena e di Costantino con le reliquie della Passione di Cristo, considerata quinta Basilica giubilare
FINESTRA SUL GIUBILEO di Paolo Mesolella. ROMA Tre frammenti della Croce, un chiodo della Crocifissione, il Titulus, due spine della corona. E poi il braccio trasversale della croce del Buon ladrone (san Sisma), un dito di san Tommaso, un denaro di Giuda, pezzi della Colonna della flagellazione, pezzi della Grotta del Presepe e del Santo Sepolcro. Sono solo alcune delle reliquie presenti nella Basilica di Santa Croce a Roma. La chiesa impreziosita da Sant’Elena e dall’imperatore Costantino. Continua il nostro viaggio nelle chiese di Roma, in occasione dell’Anno Santo. Dopo le quattro Basiliche principali, scopriamo altre chiese molto importanti per la fede e per l’arte. Incominciamo dalla bellissima Basilica di Santa Croce in Gerusalemme del IV sec. Storici cristiani del IV sec. infatti, scrivono che Sant’Elena, la madre dell’Imperatore Costantino, mentre questi a Gerusalemme faceva costruire le due basiliche del Santo Sepolcro (Anastasis) e della Crocifissione (Martyrion), rintracciò sul Calvario la Croce di Gesù e ne fece tre parti:la prima la lasciò a Gerusalemme, la seconda la inviò a Costantinopoli (oggi Istanbul), la terza parte la portò con se a Roma con altre reliquie della Passione e con la terra del Calvario. Due iscrizioni dell’inizio del IV secolo, rinvenute nella basilica, attestano ancora oggi l’amore di Sant’Elena per questo luogo. Le reliquie oggi si trovano in una teca posta sull’altare della cappella. Una parte di esse sono state traslate anche nella Basilica di San Giovanni in Laterano, dove sono stati sistemati i 12 gradini di marmo che ricostruiscono la scala che dovette salire Gesù nel Pretorio di Ponzio Pilato. La basilica, quindi, fu fondata dall’imperatore Costantino e da sua madre Sant’Elena al tempo di San Silvestro papa (314- 337). Poi fu affidata negli anni ai Benedettini di Montecassino, ai canonici regolari di san Frediano, ai Certosini, ai Cistercensi di San Bernardo che sono ancora presenti nel santuario. All’interno della basilica furono realizzate una Cappella delle reliquie ed una Cappella di Sant’Elena con affreschi del Pomarancio sulla storia della Croce. Alla basilica era affiancato un monastero che custodiva la biblioteca Sessoriana con oltre 450 manoscritti, oggi trasferiti nella Biblioteca Nazionale di Roma. La basilica è divisa in tre navate da otto antiche colonne di granito, quattro colonne per lato, Nella volta c’è la tela di Giaquinto del 1744 raffigurante “Sant’Elena che sale al cielo”. Sotto l’altare maggiore, in una bella urna di basalto, ci sono i corpi dei santi Cesario e Anastasio e nella volta, un’altra tela del Giaquinto raffigura l’”Apparizione della Croce nel giorno del giudizio finale”. E poi nell’abside l’”Invenzione della Santa Croce ad opera di Sant’Elena e suo recupero ad opera di Eraclio”. Preziosi affreschi romanici del XII sec. si trovano del sottotetto ed anche il pavimento cosmatesco risale al XII secolo. Da visitare sono anche le due cappelle sotterranee :la Cappella di Sant’Elena e quella della Pietà. Nella prima l’imperatrice Elena depose la preziosa “Reliquia della Croce”. Sull’altare poi c’è la statua della Santa e nel 1602 il Rubens vi eseguì tre tele (raffiguranti “Sant’Elena con la Croce”, la “Crocifissione” e la “Coronazione di Spine”) ora a Grasse in Francia. Al centro della “Cappella della Pietà”, invece, c’è un mosaico del XIII secolo “Imago Pietatis” che raffigura la Passione di Cristo. Secondo la tradizione l’immagine sarebbe una copia della Pietà che papa Gregorio Magno avrebbe fatto dipingere nella chiesa dopo una visione. Due pittori nel 1630 illustrarono la visione di San Gregorio sulla volta della cappella. Le pitture ricordano il Purgatorio e la possibilità che hanno i fedeli di liberarne le anime grazie alla preghiera. Nelle quattro scene, che raffigurano san Gregorio e san Bernardo ( che ebbe anche lui la visione della Pietà), appaiono diversi santi intercessori presso Dio per le anime del Purgatorio: San Benedetto, San Roberto, San Pietro, San Paolo, San Giovanni Battista e la stessa Vergine. Il Concilio di Trento, nel 1568, con il “Decreto sul Purgatorio” ricorderà l’importanza di ascoltare la Messa nella Cappella di Santa Croce che la chiesa considera una quinta Basilica giubilare. Pertanto è molto importante per il pellegrino, durante l’Anno Santo una visita a questa antica Basilica. Bisognerebbe trattenersi a lungo in essa perché ci fa capire che il trionfo di Cristo e della Chiesa risiede solo nella Croce. Questa basilica insegna che il segreto della grandezza cristiana è la Croce, il resto sono luci e rumori mondani.
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