Visitiamo le chiese di Roma: la Basilica di San Paolo Fuori le Mura e la catena della prigionia

FINESTRA SUL GIUBILEO (di Paolo Mesolella) ROMA Domenica 5 gennaio prossimo, alle ore 10, Papa Francesco presiederà l’apertura della Porta Santa anche nella basilica di San Paolo Fuori le Mura. Dopo le basiliche di San Giovanni e Santa Maria Maggiore, quindi, ci avviciniamo all’Apostolo delle genti.
San Paolo nacque nel 35 d.C. a Tarso e da persecutore dei Cristiani, dopo una straordinaria conversione sulla via di Damasco, diventò Apostolo e missionario. Ebreo per nascita e religione, greco per lingua, romano per cittadinanza, diventò un teologo cristiano e fondatore di numerose comunità alle quali, attraverso la parola e le sue 13 lettere, annunciò Gesù morto e Risorto per la salvezza dell’umanità (1 Cor, 15).
Era stato arrestato nel tempio di Gerusalemme nel 61 d. C. mentre gli ebrei avevano cercato di linciarlo. Si salvò grazie all’intervento di un tribuno che lo arrestò e poi, dal momento che era cittadino romano, fu inviato a Roma per essere giudicato dal tribunale imperiale. Il primo processo si concluse con l’assoluzione, perché gli accusatori non si presentarono in aula, ma in occasione dell’incendio del 64 d. C, Nerone accusò Paolo di essere stato il capo dei cristiani che avevano attentato all’integrità dello Stato. Questa volta fu arrestato nel Carcere Mamertino e fu decapitato alle Tre Fontane (67 d. C.). L’attuale basilica è la ricostruzione di quella, del XIII secolo, distrutta da un incendio nella notte tra il 15 e il 16 luglio 1823 e che era stata costruita su un antico cimitero cristiano.
Il “Liber Pontificalis” attribuisce all’imperatore Costantino la fondazione di un edificio di culto sulla tomba del santo il 18 novembre 324, questo ben presto presentava 5 navate, ottanta colonne, un quadriportico ed ospitò il bellissimo ciborio di Arnolfo di Cambio, la facciata di Pietro Cavallini, il bel chiostro, il grande candelabro pasquale, alto 5 metri ed il Crocifisso miracoloso di Santa Brigida in legno del XIV secolo. La visita alla cattedrale inizia vedendo la maestosa statua in marmo di San Paolo del 1827 e il grandioso quadriportico.
La facciata è decorata da mosaici del 1854 che rappresentano i profeti, l’Agnello divino, i quattro fiumi e i 12 agnelli che simboleggiano i Vangeli e i dodici apostoli. Nel timpano poi, vi vede il Cristo Benedicente tra i Santi Pietro e Paolo. Ai lati della grande navata si notano i ritratti dei Papi fino a quello di Giovanni Paolo II e tra le finestre, appaiono 36 affreschi raffiguranti episodi della vita di San Paolo ricordati negli Atti degli Apostoli. Poi c’è il ciborio di Arnolfo da Cambio dell’anno 1282, posto sull’altare della tomba di San Paolo. Dinanzi al sarcofago di San Paolo, reso visibile recentemente, è possibile vedere anche la catena che ha imprigionato l’apostolo a Roma.
Nelle nicchie angolari si conservano le statue dei santi Pietro, Paolo, Luca, Benedetto e Timoteo. Alla sinistra del transetto c’ è l’altare della Conversione di San Paolo e più avanti, la Cappella di Santo Stefano che ci ricorda che san Paolo, prima di convertirsi partecipò alla lapidazione del giovane Stefano. Il mosaico dell’Abside, dell’anno 1230, presenta il Cristo seduto in trono con un libro in mano: a sinistra San Pietro e Sant’Andrea, a destra San Paolo e San Luca. Nella biblioteca della basilica, infine, si conserva la Bibbia di Carlo il Calvo, il più antico manoscritto carolingio esistente. La visita alla basilica di San Paolo ci porta davanti alla tomba di un uomo straordinario che ha dato la vita per far conoscere la buona notizia del Vangelo di Gesù, e che ha considerato l’annuncio del Vangelo di Cristo un dovere suo e di ogni cristiano: “Non possiamo tacere” (Atti 4,20).

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