Sparanise. Lunedì 27 Gennaio, alle ore 18.30, l’Amministrazione comunale, nell’aula consiliare, ricorda gli 80 anni della Liberazione di Auschwitz

( Il Direttore) Il 27 maggio 1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz, la più imponente fabbrica di morte che mai l’uomo avesse costruito sulla terra e l’umanità scoprì l’inferno, vedendo uomini scheletro diventati cavie e cadaveri in decomposizione:
un milioni e mezzo di prigionieri, uomini, donne e bambini, non solo ebrei. Quel giorno le truppe sovietiche, varcando il cancello, trovarono settemila prigionieri stremati dalla fame. Lunedì 27 gennaio prossimo, a 80 anni dalla Liberazione del campo anche l’amministrazione comunale di Sparanise ricorderà l’evento con un convegno in collaborazione con l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, sezione di Caserta. Alle ore 18.30 dopo i saluti del Sindaco di Sparanise, colonnello Fabrizio De Pasquale e del parroco don Liberato Laurenza, interverranno la professoressa Sabina Martino De Carles, Vice Presidente del Comitato tecnico scientifico dell’ANPI Caserta ed il prof. Paolo Mesolella Drigente Scolastico dell’Istituto di Istruzione Superiore “Ugo Foscolo” di Teano e Sparanise. Modererà l’incontro l’avvocato Ignazio Maiorano. Sarà una buona occasione per ricordare il campo di sterminio di Auschwitz ma anche il campo di concentramento di Sparanise, istituito dai tedeschi presso la ferrovia il 15 settembre 1943.
“A proposito del campo di Auschwitz, ricorda il preside Mesolella, anche i ragazzi della nostra sede di Sparanise hanno avuto due occasioni per conoscerlo e per visitare il museo statale di Oswiecim. Un viaggio che oggi in concomitanza con la guerra a Gaza in Palestina , appare di estrema attualità. Il nostro pullman, arrivò ad Oswiecim alle ore 18 di sera, quando cioè il museo di Auschwitz era già chiuso da un’ora. Non c’era nessuno, tranne la guida che decise di accompagnarci lo stesso tra i padiglioni del campo di sterminio. Piovigginava. Per salire lassù avevamo percorso duemila chilometri di strada in pullman. Praticamente due giorni per l’andata e due giorni per il ritorno, per dedicare circa tre ore alla visita dei campi di lavoro di Auschwitz e Birkenau. Del campo, costruito nell’aprile del 1940 per i prigionieri polacchi e nascosto nel verde a 70 chilometri da Cracovia, sono rimasti 56 edifici (tra cui 28 blocchi carcerari), circondati da 2 chilometri di doppia recinsione di filo spinato in cui passava la corrente elettrica. Poi abbiamo avuto modo di vedere il famoso blocco della morte, il cortile, le carceri, la forca collettiva sul piazzale dell’appello, i forni crematori, le camere a gas, lo stagno per le ceneri umane. La nostra visita iniziata nella penombra della sera, terminò che era notte, dopo aver visto le foto dei morti a causa degli esperimenti, delle malattie, delle esecuzioni sommarie; questi ultimi senza essere stati nemmeno registrati”.

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