Depistaggio Borsellino: "Incompatibile il Presidente della Corte".

(di Maria Grazia Capanna) CALTANISETTA Questione di incompatibilità, questa la condizione del Presidente della Corte che sta giudicando quattro poliziotti nell’ambito dell’inchiesta sul depistaggio delle indagini sulla strage di via d’Amelio.
Almeno secondo il procuratore aggiunto di Caltanissetta, Pasquale Pacifico, che ha chiesto al giudice Roberto Davico di astenersi, perché incompatibile: era stato giudice a latere nel collegio del processo d’appello sul depistaggio Borsellino. Il procedimento principale durante il quale gli attuali imputati: Di Gangi, Maniscaldi, Tedesco e Zerilli avrebbero mentito. Erano stati chiamati a testimoniare sull’operato dei poliziotti M. Bo, F. Mattei e M. Ribaudo, accusati del depistaggio delle prime indagini sulla strage in cui morì il giudice Paolo Borsellino. Quel processo si è concluso con la prescrizione del reato di calunnia per tutti i tre imputati. Il pm Maurizio Bonaccorso, pm alla procura di Palermo, durante la sua discussione ha parlato di “assoluta malafede” dei testimoni, oggi imputati. Sono accusati di depistaggio, mentre si professano innocenti. Incompatibilità potenziale riferisce il Pm. Se Davico è incompatibile, però, bisognerà attendere il deposito delle motivazioni del processo d’Appello finito con le prescrizioni, l’udienza é rinviata al 25 marzo, in attesa che il giudice depositi delle motivazioni del processo d’Appello sul depistaggio Borsellino.

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