(Caserta24ore news) Donald Trump è ufficialmente il 47° presidente degli Stati Uniti d’America. Trump ha parlato, non solo ai suoi elettori e agli altri americani, ma evidentemente al mondo intero. Il suo discorso è stato lontano dall’essere istituzionale, ma volutamente emozionale, con una comunicazione semplice ma efficace.
La sua capacità di parlare alla “pancia” dell’America, unita a strategie di comunicazione mirate, gli ha permesso di vincere nuovamente, dopo una pausa di quattro anni in cui Biden ha ricoperto la presidenza. È solo la seconda volta nella storia degli Stati Uniti che accade. Il ringraziamento ai suoi collaboratori più stretti, lo ha espresso con toni affettuosi e informali, trasmettondo un’umanità forse costruita, ma percepita come autentica. Trump ha così mostrato un lato personale che consolida la sua immagine di leader vicino alla gente. Non poteva mancare e non è mancato un riferimento a uno dei suoi temi principali: l’immigrazione irregolare, una sfida che prospetta una gestione complessa e ancora indefinita. Saprà Trump trarre il meglio da questa situazione per l’America? Staremo a vedere. “Io non inizio le guerre, le finisco”, ha dichiarato, chiarendo la sua determinazione a influire sulla fine dei conflitti in Ucraina e tra Israele e Palestina. Sono parole che rassicurano, ma con quale costo in termini di dignità per i popoli coinvolti? Anche qui, il tempo lo dirà. “Userò tutte le energie disponibili e nulla mi fermerà dal rendere questo Paese migliore; l’America deve essere al primo posto per un po’”, ha affermato; parole che lanciano un monito all’Europa chiamata a questo punto ad uscire dalla propria zona di comfort per affrontare lo strapotere americano utilizzando buon senso e collaborazione, o sviluppando strumenti propri, inclusa una possibile forza armata, per affiancarsi, senza comunque contrastarli, ai “soldati del mondo” su un piano di maggiore autonomia e per esercitare l’influenza che le competerebbe.
Salvatore De Pascale Consulente per la Comunicazione
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