22 ottobre, memoria di San Giovanni Paolo II , il papa della famiglia e della vita in un libro di Raffaele Mazzarella.

(di Paolo MESOLELLA) Con le testimonianze del cardinale Stanislao Dziwis e del cardinale Camillo Ruini -
Il 22 ottobre, secondo i calendari di rito romano ed ambrosiano, è la memoria di San Giovanni Paolo II ne parliano ricordando un bel libro di Raffaele Mazzarella. Un libro che ci fa conoscere da vicino Papa Karol Wojtyla, la storia di un uomo diventato papa della famiglia e della vita e poi santo. Un libro, scritto in occasione del primo centenario della nascita avvenuta il 18 maggio 1920, che ci porta alla scoperta della sua città natale Wadowize, della sua casa, della sua famiglia, dei suoi effetti più cari, perfino del tavolo su cui mangiava, l’inginocchiatoio, le scarpe e il letto dove riposava.. Un libro che ci fa conoscere anche persone straordinarie che hanno avuto la grazia di stargli accanto: il cardinale Stanislao Dziwisz, suo segretario, il vescovo di Cracovia ed il cardinale Camillo Ruini. Un diario di viaggio, una biografia, un interessante contributo alla diffusione del suo magistero, della sua spiritualità, della sua opera straordinaria. In “Dio vi ricompensi, Karol Wojtyla, il papa della famiglia e della vita”, pubblicato da Raffaele Mazzarella, per le edizioni Guida di Napoli, in occasione dei cento anni della nascita, si susseguono i luoghi, le persone, le foto, le storie e gli aneddoti che hanno accompagnato la vita del papa polacco.
Il papa “venuto da lontano”, il primo non italiano dal 1523, dalla morte di Adriano VI. Un papa, Giovanni Paolo II che ha provato il dolore e la fatica di raggiungere la santità : a soli vent’anni ha perso la mamma e poi il fratello e il padre. A 18 anni ha lavorato in una cava di pietra e in fabbrica, il 13 maggio 1981, alle ore 17. 17, è vittima un grave attentato in piazza San Pietro, mentre si accinge a fare il giro della piazza a bordo della papamobile. Un giovane turco di 23 anni con un proiettile gli spappola l’intestino. Al policlinico Gemelli viene sottoposto ad un delicatissimo intervento di cinque ore. Il primo dei sette interventi che dovrà subire negli anni, in anestesia totale. Pochi giorni dopo l’attentato, il 17 maggio, in un suo messaggio, perdonò l’attentatore e poi il 27 dicembre 1983 lo andò a visitare nel carcere di Rebibbia. Aveva avuto un miracolo per intercessione della Madonna. L’attentato c’era stato nel giorno in cui ricorreva l’anniversario dell’apparizione della Madonna di Fatima ai tre pastorelli e lui più volte dirà: ”Una mano ha sparato ed un’altra mano, quella della Madonna, ha guidato il proiettile, salvandomi”. Sarebbero bastati infatti pochi millimetri ed il proiettile avrebbe colpito il cuore. Per questo, per riconoscenza, l’anno seguente volle andare al santuario di Fatima per ringraziare la Vergine ed incastonare il proiettile nella sua corona regale. La sua maglia, indossata nel giorno dell’attentato invece, oggi è custodita nella cappella delle Figlie della carità a Roma.
Una testimonianza - Ma il libro è anche il dono di un uomo che ha rischiato di morire. Scrive l’autore: “Qualche mese fa non avrei mai immaginato di scrivere questa mia testimonianza di vita. Poi l’estate scorsa finalmente avevo perso peso, in quanto mi ero deciso a seguire sotto controllo medico una dieta.. fino al 28 agosto quando mi ritrovo per un dolore alla gamba, dal divano di casa al vicino reparto di Pronto Soccorso, sotto ad un macchinario diagnostico che mi evidenzia un’embolia polmonare. Da li al reparto di terapia intensiva, il passo è breve. Mi sono raccomandato a Dio, mi trovavo moltissime volte a guardare un Crocifisso ed il mio cuore si rasserenava.. Per 13 lunghi giorni di terapia intensiva mi sono affidato alla Madonna di Fatima, la stessa del papa. Dopo una settimana dal mio ricovero mi viene prescritta una nuova Tac. Un medico mi disse, senza giri di parole, che era trascorso troppo poco tempo dall’evento acuto che avevo sofferto, per cui ci voleva solo un miracolo per aver un risultato migliore dell’accertamento diagnostico richiestomi. E’ stato per l’insistenza di un altro medico che l’esame mi fu praticato ed evidenziò un rilevante miglioramento della situazione clinica in via di risoluzione. Il 9 settembre fui dimesso dall’ospedale di Piedimonte Matese: in quello stesso giorno la reliquia di San Giovanni Paolo II rientrò dall’ostensione nel vicino santuario della Madonna della Grazia ad Alife. La vita - Karol nacque a Wadowice, una paese a circa 50 chilometri da Cracovia, il 18 maggio 1920, alle cinque del pomeriggio, dal padre Karol, ufficiale dell’esercito e dalla mamma Emilia, casalinga. Nacque in una casa semplice: costituita da un soggiorno, una camera da letto ed una cucina. Era il terzo figlio. Prima di lui erano nati Edmunud e Olga. Il primo, diventato medico morì per aver contratto la scarlattina da un malato, la seconda morta sei anni prima della nascita di Karol che fu battezzato nella vicina chiesa della Visitazione della Vergine Maria. Dopo qualche anno, nel1929, perse anche la madre a causa di una miocardia. Conseguì il diploma ginnasiale con il massimo dei voti. E continuò gli studi in filologia all’Università di Cracovia, dove visse con il padre fino alla morte, avvenuta il 21 febbraio 1941. A ventuno anni si trovò da solo senza fratelli e senza genitori. Intanto lavorò come operaio, dal settembre 1941 all’ottobre 1942, in una cava di pietra a Zakrzowek e fino al 1944 nella fabbrica della Solvay a Borek Falecki. Finché non entrò in segreto in seminario, perché allora in Polonia i seminari erano chiusi ed era vietato l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. Dopo la consacrazione sacerdotale fu mandato a Roma a studiare Teologia presso l’Istituto Pontificio “Tommaso d’Aquino”, dove si laureò con una tesi su San Giovanni della Croce. Nel 1948 torna in Polonia e viene assegnato nella parrocchia di Niegowic, l’anno dopo passa a San Floriano finché il 28 settembre 1958 nella cattedrale di Wawel, già professore dell’Università di Lublino, fu consacrato vescovo a soli 38 anni. Nove anni dopo, il 26 giugno 1967 fu nominato cardinale, il 16 ottobre del 1978 fu eletto papa e prese il nome di Giovanni Paolo II. Allora incominciò a soffiare il vento del rinnovamento in Polonia con il sindacato dei lavoratori di ispirazione cristiana “Solidarnosc” e in Russia dove Gorbaciov avviò la Perestroika e nel dicembre 1989 venne a Roma per incontrare quella che definì “la più alta autorità morale della terra. Santo subito - L’8 aprile 2005, durante i funerali i fedeli in piazza San Pietro gridavano: ”Santo subito!”. Era morto la sera di sabato 2 aprile 2005, alle 21,30, vigilia della festa della Divina Misericordia. Aveva 84 anni ed un pontificato durato 26 anni e 5 mesi. Nel suo testamento aveva scritto: ”Non lascio di me alcuna proprietà. Quanto alle cose di uso quotidiano che mi servivano, chiedo di distribuirle come apparirà opportuno.”. Intanto, durante il suo lungo pontificato aveva proclamato 1338 beati e 438 santi, dei quali 1434 martiri che non avevano bisogno di miracoli per la loro beatificazione. “Durante i suoi numerosissimi viaggi, ricorda Mazzarella nel suo libro”, ha pronunciato oltre 3200 discorsi che, per conservarli, richiederebbero un’intera biblioteca. Nel libro non mancano utili appendici: frasi tratte dalle sue encicliche, uno stralcio dall’atto di affidamento giubilare a Maria Santissima dell’8 ottobre 2000, l’atto di affidamento del mondo alla Divina Misericordia dell’agosto 2002, stralci di scritti e preghiere come quelle Per la Vita, per la Famiglia e per i Lavoratori. La testimonianza del cardinale Dziwisz - Nel libro è presente anche una preziosa testimonianza del cardinale Stanislao Dziwisz, raccolta dall’autore durante il loro incontro a Cracovia. Il cardinale che ha vissuto con lui 39 anni: dodici a Cracovia e 27 a Roma. Una testimonianza sull’ impegno di Papa Woityla in difesa della vita e contro l’aborto. “Grazie a lui, spiega il cardinale, oggi nessuno può giudicare l’aborto come una cosa normale, un diritto: in Polonia, in Italia, nel mondo sono nati gruppi, istituti, in difesa della vita. A Roma ha creato l’Istituto per la famiglia. Lui era, possiamo dire, un Patrono per la famiglia e per la vita, dall’inizio fino alla sua morte naturale. A Cracovia ha avviato il progetto “Una casa per la vita” dove le donne possono lasciare i loro bambini per l’adozione e vi fondò la Casa per le ragazze madri. Oggi in Polonia ha ispirato una legge che dà alle famiglie che hanno bambini 500 sloti. Papa Wojtyla difendeva i diritti delle persone e quello alla vita è un diritto fondamentale” La testimonianza del cardinale Camillo Ruini - Un’altra preziosa testimonianza, raccolta nel libro è quella del Cardinale Camillo Ruini, premiato in occasione della settima edizione del “Premio della Vita” nel novembre 2016. Il cardinale Ruini, già vicario del papa per la diocesi di Roma e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana nel lungo periodo del pontificato di papa Wojtyla è stato vicino all’autore della celebre enciclica “Evangelium Vitae” .”Ho conosciuto papa Giovanni Paolo II, spiega, dal 1984 fino alla sua morte avvenuta nel 2005. Per più di vent’anni gli sono stato vicino e ho potuto capire che per lui la promozione della vita era un aspetto fondamentale. La sua “Enciclica Evangelim Vitae”, rimane oggi pienamente valida e ci dà le direttive lungo le quali muoverci. Ci ha insegnato veramente a difendere l’umanità in ogni circostanza ed in ogni situazione”. I Miracoli - Oggi i miracoli di Papa Wojtyla sono moltissimi. Le sue virtù taumaturgiche iniziarono ben presto. Il primo miracolo operato da Dio per sua intercessione e che lo portò a diventare beato il 1 maggio 2011 fu la guarigione di suor Marie – Simon Pierre, francese, afflitta dal morbo di Parkinson dal 2002 e guarita nel giugno 2005, dopo la preghiera delle consorelle. Durante il processo di beatificazione furono raccolte 114 testimonianze, tra cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi e laici cattolici e non cattolici. Il miracolo arrivò qualche anno più tardi il primo maggio 2011, alle 10, a Cartago in Costa Rica: una donna di 48 anni, madre di quattro figli, di nome Floribeth Mora Diaz affetta da “rottura dell’arteria cerebrale media destra con emorragia subaracnoidea”, fu guarita dal papa proprio mentre assisteva attraverso la televisione alla cerimonia di Beatificazione. Aveva attaccata sullo schermo la foto del papa e la fissava. L’indomani, al risveglio, l’aneurisma era scomparso. Per questo nuovo miracolo il 27 aprile 2014 Giovanni Paolo II è stato proclamato santo protettore delle famiglie e la sua festa si celebra il 22 ottobre. Ma i miracoli di Papa Wojtyla, spiega il cardinale Ruini che ha aperto la causa di beatificazione, sono di più dei due che lo hanno portato alla canonizzazione. Erano centinaia quando era ancora in vita, ma lui non voleva che si dicesse, Nell’ufficio delle postulazioni per le Cause dei Santi sono arrivate oltre cinquemila lettere, da tutto il mondo, che ne raccontano i prodigi. Come fanno pensare la testimonianza di Nicola Grippo di Roma, colpito nel 2003 da un tumore ai reni e ai polmoni e poi, dopo aver sognato il papa, è guarito. O quella del pilata di formula I Robert Kubica, polacco che, grazie alla protezione del papa esce illeso da un incidente mortale durante una gara a Montreal in Canada. L’apostolo della Divina Misericordia Papa Wojtyla è anche l’apostolo della Divina Misericordia, una devozione promossa dalla suora polacca Faustina Kowalska, santificata il 30 aprile 2000. Suor Faustina aveva ricevuto la visione di Gesù Misericordioso e aveva diffuso le immagini in tutto il mondo. Nell’immagine Gesù viene rappresentato benedicente, mentre due fasci di luce partono dal suo cuore: il primo, di colore rosso, rappresenta il sangue di Cristo e l’Eucarestia, il secondo celeste, indica l’acqua del battesimo. Poi la scritta “Gesù confido in te”. Papa Wojtyla che aveva conosciuto suor Faustina e ne condivideva lo spirito, la prima domenica dopo Pasqua, istituì la festa della Divina Misericordia. In Polonia, a Lagiewniki, a 25 chilometri da Cracovia, c’è il santuario mondiale della Divina Misericordia, consacrato da lui il 17 agosto 2002. Ha una caratteristica forma di nave e può accogliere più di 4000 fedeli. Le Giornate della Gioventù E’ sua anche l’idea di promuovere le Giornate Mondiali della Gioventù. Seguendo il suo amore per i giovani l’11 aprile del 1987, indisse la Prima Giornata Mondiale per la Gioventù a Buenos Aires in Argentina. Seguirono quelle di Santiago de Campostela in Spagna (agosto 1989), di Czestochowa in Polonia (1991), di Denver negli Stati Uniti (1993), di Manila nelle Filippine (1995), Parigi in Franci (1997), Roma (2000), Toronto in Canada (2002), Colonia in Germania (2005). I viaggi - “Giovanni Paolo II, spiega Mazzarella nel suo libro, è stato il papa che ha viaggiato di più nella storia della chiesa: ha compiuto 146 viaggi in Italia e 104 all’estero, visitando 129 Paesi e 259 località italiane, trascorrendo più di ottocento giorni del suo pontificato in viaggio. Pare abbia percorso 1.650.900 chilometri, pari a trenta volte il giro della terra intorno all’equatore, pronunciando più di 3200 discorsi ed omelie ed incontrato milioni di persone”. Il suo scopo era quello di portare Cristo ai confini della Terra. E nel libro sono ricordai tutti i viaggi apostolici, le visite pastorali e i pellegrinaggi, compiuti dal novembre 1979 al giugno 2004. Un lungo elenco di viaggi che vanno dal primo in Turchia all’Ultimo viaggio a Berna in Svizzera. Attraversando città e santuari e nazioni senza sosta: come i santuari di Pompei e Loreto, Subiaco, Montecassino, Torino, Collevalenza, Padova, Assisi, Lourdes, Greccio, Civitavecchia, Gaeta, Orvieto, Siracusa, Santiago di Campostella, Zagabria, Sarajevo, Armenia, Fatima, Terra Santa; le nazioni Brasile, Filippine, Argentina, Palestina, Polonia, India, Madagascar, Messico, Sud Africa, Nigeria e Messico. Gli scritti - Sono veramente tanti gli scritti e le opere di papa Giovanni Paolo II: Encicliche, Esortazioni Apostoliche, Costituzioni e Lettere apostoliche, le lettere sono tantissime. Numerosi sono anche i libri di poesia, teatro, narrativa e perfino i dischi cui ha partecipato nella sua vita. Tra le 14 Encicliche, scritte, ricordo: Redemptor Hominis (1979), Dives in Misericordia (1980), Loborem Exercens (1981), Redemptoris Mater (1987), Sollicitudo Rei Socialis (1987), Evangelium Vitae (1995) Fides et Ratio (1988). Tra le 15 Esortazioni apostoliche importanti sono quelle per le chiese d’Europa, Oceania, Asia, America, Africa e la Familiaris Consortio. Tra le 22 Lettere ricordo Rosarium Virginis Mariae, Incarnationis Mysterium. Dies Domini e quelle Agli anziani, Alle donne, A George Bush e Saddam Hussein, A Mikhail Gorbaciov, A Leonid Breznev.

Commenti