(Maria Grazia Capanna) La seconda donna dopo la svedese " Selma Lagerlof" ma l' unica donna italiana . Quinta di sette figli , di famiglia benestante il padre era laureato in legge ma non esercito' la professione. Agiato possidente si occupo' di agricoltura e commercio. Compose versi in sardo poiché appassionato di poesia . Fondo' una tipografia fu' Sindaco di Nuoro nel 1863 .La madre Francesca Cambosu dedita alla casa donna di severi costumi educo' la figlia . Grazia parlava il francese, tedesco, portoghese e spagnolo , prosegui la sua formazione autodidatta. Malgrado la piccola e chiusa società di Nuoro in cui il destino di una donna non poteva oltrepassare il limite di " figli e casa,casa e figli" . Reagì, la Deledda fu' protagonista della crisi epocale del mondo del patriarcato il suo bisogno di esprimersi in spazi sociali aperti e vasti , la progressiva crescita delle proprie capacità il confronto con modelli comportamentali diversi da quelli imposti poteva indurla ad assumere altre " identità". Rischio lontanissimo dai suoi intendimenti . Seguì la strada esemplare , fece esplodere le contraddizioni di una società ormai in declino ma mai tradi' la radice identitaria che l' ha sempre distinta da tutte le altre . La sua ribellione fu' interpretata come un tradimento ma in realtà fu' l opposto come testimonia tutta la sua opera letteraria .Per un lungo periodo scambio' delle lettere con lo scrittore calabrese Giovanni De Nava , divennero lettere d' amore in cui si scambiavano dolci versi .
Per assenza di risposte di De Nava per un lungo periodo lei smise di scrivergli . La sua famiglia fu' colpita da diverse disgrazie , Santus il fratello maggiore divenne alcolizzato, il piu' giovane Andrea fu' arrestato per furti. Il padre morì nel 1892 con una crisi cardiaca , in seguito alla sua perdita la famiglia affrontò difficoltà economiche . Dopo 4 anni morì anche la sorella Vincenza. Nel 1887 invio' a Roma alcuni suoi racconti che furono pubblicati dall' editore Edoardo Perino sulla Rivista " L' ultima Moda" . Nel 1890 furono pubblicate sull' " Avvenire della Sardegna" con lo pseudonimo di Ilia De Saint Ismail .Il 22 Ottobre si trasferi' a Cagliari e conobbe un funzionario del Ministero delle Finanze che sposo nel 1900. Palmiro Madesani suo marito era mantovano lascio' il suo lavoro di funzionario per dedicarsi in qualita di agente letterario all' attività della moglie . Ebbero due figli , si trasferirono a Roma "CANNE AL VENTO" le fece guadagnare la candidatura al Nobel.
" Sogno un giorno di poter diradare con un mite raggio le foschie ombrose dei nostri boschi .Narrare intera la vita e le passioni del mio popolo , così diverso dagli altri cosi vilipeso e dimenticato e perciò misero della sua fiera primitiva ignoranza ". Apprezzata da Giovanni Verga riconosciuta all' estero , Deledda fu' anche una traduttrice sua infatti fu' la versione di Eugenie Grandet di Balzac. Fu' una donna sensibile al sociale insegno ' all' Asilo Lazio , prima donna candidata al Parlamento Italiano, alle consultazioni ottenne 34 voti di cui 31 contestati , vinse l ' Avv Are, la cui elezione dovette essere ripetuta . Nel 1936 mori ' a causa di un tumore che la rese malata diversi anni . Fino al 1959 le sue spoglia erano nel Cimitero del Verano a Roma. Su richiesta dei familiari fu' traslata nella sua città natale , il sarcofago e' custodito nella Chiesetta della Madonna della Solitudine . Quella della Deledda era una scrittura moderna, lei era sarda ed in una sua stessa lettera scrisse :" leggo poco, ma cose buone, cerco di migliorare sempre il mio stile , scrivo ancora male in italiano " Questo non le impedì benché sardofona di scrivere i suoi libri in lingua italiana .
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