(di Maria Grazia Capanna) NAPOLI Giancarlo apparteneva ad una famiglia della media borghesia partenopea del quartiere del Vomero; dopo aver frequentato il liceo classico " G.B.Vico " partecipò al movimento del "Settantanove" . Conseguita la maturità classica, si iscrisse alla Facoltà di Sociologia presso l'università " Federico II " di Napoli. Poi inizio' a collaborare ad alcuni periodici napoletani tra cui il mensile " Scuola e Informazione" su cui scrivevano anche Guido De Stefano e Antonio Franchini, mostrando particolare interesse per le problematiche sociali e per i quartieri più disagiati di Napoli dove si annidava il principale serbatoio della manovalanza della criminalità organizzata. Fondo' il " Movimento democratico per il diritto all'informazione (M.D.D.I.). Fu corrispondente da Torre Annunziata per il quotidiano il "Mattino" di Napoli dove si occupo' soprattutto di cronaca nera e di camorra . Il suo sogno era quello di strappare il contratto di praticante giornalista per poi sostenere l' esame e diventare giornalista professionista, titolo che gli verrà riconosciuto ad honorem nel giorno del 35mo anniversario della sua uccisione . Giancarlo Siani, lavorando per il " Mattino", approfondì la sua conoscenza del mondo della camorra locale e del mondo . Scoprì una serie di connivenze, all' indomani del terremoto dell'Irpinia, tra ex esponenti politici e la criminalità . Per le sue vigorose denunce Siani fu regolarizzato nella posizione di corrispondente del quotidiano il Mattino nell' arco di un anno . Le sue inchieste erano sempre più profonde fino ad arrivare a scoprire come i boss facevano i loro affari. Ma alcune sue rivelazioni pubblicate il 10 Giugno 1985 spinsero la camorra a sbarazzarsi di quel giornalista “scomodo”. Il 15 Agosto 1985 fu' dato ordine di uccidere Siani. Il 23 Settembre 1985 sotto casa, nel quartiere napoletano dell’"Arenella", il giornalista venne colpito 10 volte alla testa con due pistole Beretta calibro 7,65.
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