SPARANISE Bruno Ranucci presenta “La Fabbrica delle Donne” al Centro Pastorale. La storia del Tabacchificio dove lavoravano più di mille persone

(di Paolo Mesolella) SPARANISE Venerdì 12 luglio prossimo, alle ore 20, al Centro Pastorale, in Via don Pietro Palumbo, n. 24 sarà presentato un altro interessante libro di Bruno Ranucci. La Fabbrica delle donne. Con l’autore interverranno Francesca Castanò dell’Università Vanvitelli di Caserta,
Rossella Del Prete dell’Università di Isernia, Paola Broccoli dell’Università del Molise e Teo Lepore attivista di gruppi ambientalisti. Dopo “La grande illusione”, la storia della manifattura ceramica Pozzi (la fabbrica diventata la più grande discarica d’Europa con i suoi 2 milioni di mc di sostanze tossiche), è arrivata in libreria “La fabbrica delle donne, la storia del Tabacchificio di Sparanise e dell’emancipazione femminile e delle sue eroiche tabacchine” . Una storia quindi di fabbrica, di lavoro e di donne. Ma anche una questione ambientale. Perché Bruno Ranucci non ha mai dimenticato il suo passato di sindacalista (è stato Segretario Generale della CISL di Vercelli) e le sue lotte per le rivendicazioni sociali. Quattro anni fa ci ha sorpresi con la breve vita della Pozzi-Ginori, un grande stabilimento industriale chiuso in pochi anni tra lotte sindacali e scelte politiche poco chiare fino a diventare una grande discarica. Domani ci ricorderà il Tabacchificio di Sparanise, costruito dall’onorevole Carmine De Martino nel 1956, che ha dato lavoro a migliaia di persone, soprattutto donne e che ora è rimasto abbandonato sotto uno strato di materiali tossici.
Il libro avvicina il lettore alla storia del tabacco in Europa, in Italia e a Sparanise. Ricorda i protagonisti di una storia fatta di intrecci tra politica ed affari sporchi a dimostrazione di quanto fosse importante negli anni 60 il tabacco nel nostro Paese e nel mondo intero. Nel libro il tabacco viene spiegato dalla coltivazione alla trasformazione e viene analizzato nei vari tipi fino all’ottima qualità del tabacco Burley. Poi viene ricordata la situazione occupazionale nell’Agrocaleno negli anni 50- 60, la nascita del tabacchificio e la vita in fabbrica delle Tabacchine”. Il tabacchificio di Sparanise offriva lavoro a più di 400 operaie stabili, arrivando ad impiegare nei periodi stagionali più di 1000 tabacchine. La riscoperta di questa “Fabbrica delle donne”, spiega l’autore, è il giusto riconoscimento a tutte quelle donne, giovani e meno giovani, che nell’arco di un cinquantennio, si alternarono in quell’opificio con spirito di sacrificio”, ma anche la testimonianza di una transizione dal mondo agricolo al mondo della fabbrica e del mutamento della loro condizione di donne, affrancate da un’atavica subordinazione familiare”. Nel libro è proprio la testimonianza delle “tabacchine” a far rivivere sprazzi di vita quotidiana ed episodi ricchi di umanità. Il libro, infatti, è interessante per le numerose testimonianze delle Tabacchine che ricordano
la volontà di lottare, le morti sospette, il pizzo, la chiusura inaspettata, l’epilogo amaro, l’allarme ambientale, le perizie controverse e l’interrogazione parlamentare sui veleni del tabacchificio sparanisano che rimane ancora oggi un ecomostro da bonificare. E questo nonostante “lo stanziamento di diversi milioni di euro da parte della Regione Campania nel 2015 per la bonifica di circa 70 mila metri quadri di superficie”. Poi ci sono le rivendicazioni sociali delle Tabacchine: la tutela della maternità, la scuola, le lezioni di inglese. Al capitolo 4 del libro ci sono ricordi davvero interessanti: il ricordo delle sindacaliste Michelina Vinciguerra, Cristina Conchiglia e Adele Bei, la storia delle tabacchine arse vive a Calimera nel 1961, il racconto che fa un sociologo olandese del tabacchificio di Sparanise. Un libro interessante anche perché ricorda le lotte del primo movimento sindacale delle Tabacchine a Sparanise e in provincia di Caserta. Al termine del libro Bruno ci presenta la sua ipotesi di riuso della struttura con la nascita di una cittadella comunale ed un “Progetto Scuola” per il recupero delle aree dismesse. Un progetto per far conoscere ai nostri studenti argomenti di grande interesse come il duro lavoro delle donne tabacchine, il difficile rapporto tra campagna e fabbrica ed il lento cammino dell’emancipazione femminile. Bruno Ranucci è un figlio riconoscente che ama con tutto il cuore Sparanise. Bruno infatti è nato a Sparanise e l’ha sempre amata anche se è stato Segretario Generale della CISL di Vercelli, la sede che nel 1950 vide la nascita del sindacato “nuovo” fondato da Giulio Pastore. Per la sua Sparanise ha scritto “Sparanise una piccola patria antica” (1988), “Annibale Ranucci, un patriota europeo” (1989), “La Grande illusione la manifattura Pozzi di Sparanise” (2019) e quest’anni “La Fabbrica delle donne” Nel 1979 ha fondato a Vercelli la Compagnia “Teatro Oggi” e il gruppo Teatrale di detenuti/attori “LiberAzione” nel carcere di Biliemme. Quanto basta per essere orgogliosi di lui.

Commenti