In seguito a un incendio del ferragosto del 2021 è diventato accessibile un sito del ritrovamento di una necropoli preromana risalente al periodo della fine dell’età del bronzo, o più probabilmente al VII sec.
Ripresentiamo questo breve articolo sui nostri canali per memoria storica. Oggi è possibile arrivare fin sulla sommità della collinetta dove sono visibili le tracce del santuario con la presenza di cocci di ceramiche calene. Nel 1830 nel territorio di Rocchetta e Croce (Ce) sui monti Trebulani, venne dissepolta una grande necropoli con circa 140 tombe risalenti all'età del bronzo, all'incirca al VII sec. a.c. Molte delle quali custodivano i resti di guerrieri. Purtroppo del grande ritrovamento non è rimasto nulla se non le notizie reperibili grazie ai bolletti ufficiali borbonici.
I cadaveri degli uomini adulti avevano al fianco uno stile in un fodero di ferro appeso ad una catena anche di ferro, una lancia da guerra ed un’altra da caccia, un elmo per lo più di cuojo, del quale rimaneva qualche avanzo. Di questi elmi pochissimi si sono trovati di ferro, ed un solo di bronzo. Un solo cadavere aveva due scudi di bronzo foderati di ferro sopra le braccia, una lancia e uno stile. Il sito, di non facile identificazione proprio a causa della carenza di fonti e di reperti, era una vera e propria necropoli di guerrieri di stirpe osca o sannitica, purtroppo non è possibile avanzare ipotesi più dettagliate in quanto sui numerosi reperti fittili che furono rinvenuti non erano presenti iscrizioni. Oggi il sito, dalla cui sommità si gode di un bellissimo panorama sull’antico borgo di Rocchetta e Croce, è accessibile agli escursionisti. Il sito, abbastanza grande conferma stanziamenti in zona fin da tempi remoti, sulle cime dei monti a cavallo tra l’area di influenza sannitica con la presenza della vicina Trebula e quella ausona con immediatamente a valle l’antica città di Cales (foto di repertorio).
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