Il punto. Togliamo la notifica sonora al nostro smartphone e proviamo a vedere cosa succede

(Russo Gianluca). L'innovazione tecnologica nel modo di comunicare è sempre stata presente nella Storia; a variare erano solo le tempistiche e l'accesso a tali tecnologie. Si pensi al messaggero di Maratona, ai piccioni viaggiatori, al telegrafo (borbonico) a vista con binocoli su torri o alture, fino al fax, all'email e ai messaggi social. Negli ultimi anni, però, è cambiato l'utilizzo e l'accesso di massa a questi mezzi di comunicazione. Ai tempi del Commodore 64 o dell'IBM, la tecnologia informatica si usava per giocare, per lavorare meglio e meno; oggi, la si impiega soprattutto per comunicare tra di noi.

In questo contesto si sono inseriti gli interessi dei pubblicitari e dei politici, mirati a influenzare gli acquisti, il voto nelle democrazie o a rafforzare il consenso del potere nei regimi totalitari. Essere in rete è comodo per organizzare al meglio la vita e per le relazioni, ma bisognerebbe regolarne l'utilizzo. Tuttavia, a stabilire queste regole non può essere un'autorità statale, come quella che ci ha obbligato per legge ad allacciare le cinture di sicurezza in auto. Dovremmo invece essere noi stessi a capire quando dire basta. E dovremmo essere sempre noi a comprendere quando siamo influenzabili, poiché le libere scelte della nostra vita possono diventare manipolabili. Ma per fare ciò, dovremmo conoscere l'architettura e il funzionamento base di tali strumenti tecnologici, e chi ce lo insegna? Ai giovani la scuola? Forse sì, forse no!

Il web ha sì cambiato il concetto di privato, e le applicazioni ci seguono ovunque, ma dobbiamo essere noi a decidere se cambiare il nostro modo di vivere, e non lasciare che altri lo facciano a nostra insaputa 😉 Quindi, proprio ora, togliamo la notifica sonora al nostro smartphone e proviamo a vedere cosa succede

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